Devo ammetterlo, che pur avendo una grande stima e confidando nel nostro coach Luigi, quando all’inizio di gennaio mi disse che nel calendario sociale della stagione 2018, ci sarebbero state delle novità rispetto agli anni precedenti, ovvero ci sarebbero state quantomeno cinque gare cross (alias corse campestri) poi diventate addirittura sei, un po’ di perplessità e qualche dubbio su tale scelta, mi era venuto
Passi per il Campaccio, ma un circuito intero, da correre praticamente per tutto il mese di febbraio, intramezzato, tra l’altro, dalla mezza del castello, appuntamento per me impedibile
Sì, devo ammetterlo, ero abbastanza perplesso
Fortunatamente come a volte nella vita accade, mi sono dovuto ricredere, e quello che sulla carta poteva sembrare un “supplizio” si è rivelata un’esperienza molto positiva
Detto del Campaccio, gara di grande fascino e tradizionale appuntamento del cross mondiale, molto tecnica ed impegnativa, corsa sulle ali dell’entusiasmo e della trance agonistica, mi concentrerei sulle altre gare del circuito “Cross per tutti”, cercando di fare, per quanto possibile, un’analisi pseudo- tecnica, e non solo:
CESANO MADERNO
Primo appuntamento, shock per il freddo mattutino, la brinata, la levataccia; il percorso pareva tutto sommato agevole, ma nascondeva diverse insidie: discesone e salitone di non grande pendenza ma molto lunghe, improvvisi attraversamenti di fossi e arrivo impegnativo subito dopo aver affrontato un lungo tratto in pendenza
CINISELLO
Omissis (assente ingiustificato) ndr
PADERNO DUGNANO
Ottima location e ottime strutture di servizio (spogliatoi e docce), tracciato non particolarmente duro, pressoché piatto salvo qualche cunetta artificiale, non particolarmente nervoso e senza troppi cambi di direzione repentini, fondo in perfette condizione, gara che non mi ha lasciato particolari emozioni
SEVESO
Tracciato molto bello in una location suggestiva ed evocativa, nebbia, percorso impegnativo in particolare nell’ultima parte caratterizzata da due saliscendi con relativi tornanti di raccordo che immettevano sul discesone finale dell’arrivo, teatro di “epiche volate”

Grande partecipazione ed esordio dell’hospitality OVAT (Gazebo + prosecco time by Roby Milanesi ed Angela), grandissima innovazione introdotta post gara che ha ulteriormente incentivato e motivato tutti gli atleti, portandoci nelle prime posizioni della classifica a squadre
Dulcis in fundo ... LISSONE
Ultima gara, la più tosta, il vero cross a detta degli intenditori, la più dura ed impegnativa sia per il tracciato che prevedeva addirittura il GPM, sia per le condizioni climatiche caratterizzate dal freddo pungente, oltre che dalla mie condizioni generali (ndr)
Percorso molto tecnico, costellato di cambi di direzione, continui saliscendi, asperità del terreno
Strappi e “salitone” molto dure, tratti in contropendenza, fondo fangoso e insidioso (direi che c’era tutto!!) gara molto faticosa e combattuta soprattutto per stabilire e/o consolidare le classifiche delle varie categorie definire rivalità e risolvere sfide personali
... fortunatamente all’arrivo l’hospitality OVAT funzionava a pieno regime, mescendo prosecco a fiumi e offrendo selezioni di prodotti tipici della tradizione italiana come Casatiello e salsiccia piccante indispensabili per ripagarci degli immani sforzi psicofisici profusi
Concludendo ...
GRANDISSIMA adesione e partecipazione, prosecco per tutti, grandi prestazioni di squadra e personali, grande lezione di sport ...
Mi permetto di evidenziare i risultati individuali del nostro Gabriele Fusè che è andato veramente fortissimo oltre al fuoriclasse indiscusso Paolo Donati, una certezza
Menzione particolare alle nostre donne che pure in esiguo numero hanno dato vita a grandissime imprese
Ribadisco, una bellissima esperienza, un insieme di gare vere, combattute, sofferte e molto tecniche ... un toccasana per il proseguo della stagione (a livello di preparazione) così dicono i tecnici ... questo ve lo confermerò o meno tra qualche tempo ...
Ma quello che mi ha lasciato veramente questa esperienza è stato senza dubbio un consolidato senso di appartenenza alla squadra, una sincera voglia di stare insieme condividendo una passione, sano agonismo e competizione, voglia di migliorarsi senza prendersi troppo sul serio il tutto condito di spirito goliardico e sincero cameratismo
Devo proprio ammetterlo: il coach aveva ragione!!!
Ahhh dimenticavo:
“LE CAMPESTRI SI FANNO CON LE CHIODATE” (cit. Luigi Tavecchia)
Alessandro Olgiati